venerdì 16 novembre 2012

Contro fascismo e omofobia - presidio 16 novembre in p.zza Borsa

16 Novembre - ore 18:00
Piazza della Borsa
Presidio antifascista e contro l'omofobia

Pubblichiamo l'appello lanciato da Arcigay e Arcilesbica Trieste per la manifestazione antifascista e contro l'omofobia di questo pomeriggio.

Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica di Trieste

APPELLO

INSIEME PER DIFENDERE LA DIGNITÀ DELLE PERSONE
16 novembre 2012


In occasione di un convegno organizzato da Forza Nuova a Trieste presso l’Hotel Savoia, scendiamo in piazza per protestare contro le posizioni omofobiche di questo movimento politico di estrema destra, posizioni che poco più di due settimane fa hanno trovato la più becera espressione in uno striscione appeso al Cassero di Bologna, sede storica dell’Arcigay, che riportava la scritta: “Le perversioni vanno curate”, con chiaro riferimento alla comunità omosessuale e transessuale.

Riteniamo che un simile gesto, sprezzante della dignità umana e che ci riporta indietro a tristi momenti della nostra storia, non debba essere sottovalutato ma vada considerato in tutta la sua gravità. Vogliamo ricordare a tutti e tutte che dobbiamo reagire di fronte a provocazioni di stampo fascista, che denigrano le cittadine e i cittadini omosessuali e transessuali, ricordando inoltre che viviamo in un paese in cui una categoria di persone non vede ancora riconosciuto il diritto, garantito dalla Costituzione, di formare una famiglia e di essere tutelate da una legge in caso di discriminazione e di violenza omofobica.

Purtroppo il questore di Trieste ha ordinato al Circolo Arcobaleno di spostare il presidio, che volevamo fare davanti all’Hotel Savoia. L’ordine di spostamento è stato motivato con il pericolo di tensioni che potrebbero crearsi e per evitare turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Nell’assoluto rispetto della decisione del questore, non possiamo non manifestare la nostra amarezza per quanto avvenuto: la comunità gay, lesbica e transessuale viene insultata e denigrata da un movimento politico ma non può manifestare in maniera pacifica e democratica, come il Circolo Arcobaleno ha sempre fatto, nei pressi del luogo del convegno di questo stesso movimento.

Gay, lesbiche e transessuali potranno manifestare ma da un’altra parte, lontano da chi li insulta e li denigra. Vittime due volte: nella loro dignità sociale e nell’esercizio democratico della libertà di espressione.
Ci domandiamo come può la consigliera regionale e comunale, Alessia Rosolen, legittimare politicamente, con la sua presenza al convegno, un movimento che fa dell’omofobia una sua bandiera?

Ci rivolgiamo ai cittadini, partiti, sindacati e movimenti, che credono nei valori democratici e antifascisti a fondamento della nostra Repubblica, affinché aderiscano al nostro appello e difendano con noi la dignità delle persone, siano esse omosessuali, rom o migranti, e per sostenere la lotta contro il razzismo, che nell’Italia di oggi trova purtroppo sempre più spazio e alimento.

lunedì 12 novembre 2012

Scuola Bene Comune

Oggi, in un'aula magna gremita, al Liceo Dante, un centinaio di persone hanno risposto all'appello per un'assemblea cittadina lanciato dai docenti in agitazione delle scuole superiori di Trieste.
L'assemblea nasceva per dare coordinazione alle azioni di protesta messe in atto, contro i tagli all'istruzione e contro l'aumento del monte ore settimanali, principalmente dai docenti di Oberdan e Petrarca, ma si è trasformata, alla luce della grande partecipazione studentesca, in qualcosa di più grande, in una grande assemblea di movimento per la costruzione di un fronte ampio in difesa della scuola pubblica e contro i tagli.
Il processo che si è messo in atto è molto positivo, e vede dopo tanto tempo, studenti e lavoratori della scuola consapevolmente uniti nella lotta.
Positivo inoltre è il processo che nelle singole scuole, con momenti di partecipazione e discussione democratica, sta mettendo tanti studenti e studentesse delle scuole di Trieste nelle condizioni di vivere in prima persona un lotta così importante.
Dopo anni in cui il movimento studentesco ha scontato pesanti sconfitte anche per la poca organizzazione e per la lontananza con il movimento dei lavoratori, finalmente un nuova pratica di partecipazione e di condivisione si è aperta nel nostro territorio.
Dell'unità tra studenti e lavoratori, non c'è bisogno dirlo, abbiamo un grande bisogno, per ricostruire un fronte ampio di lotta contro il governo e contro ai tagli all'istruzione pubblica. Perchè uniti si vince, e solo la lotta paga!

Domani studenti e docenti saranno in piazza, assieme, per dimostrare la propria indignazione e la propria determinazione a salvaguardare quel grande patrimonio di saperi e di democrazia che è la Scuola Pubblica.
L'assemblea inoltre ha aderito allo Sciopero Generale di mercoledì 14 Novembre.

I Giovani Comunisti di Trieste, in quanto studenti e lavoratori, parteciperanno alle prossime iniziative e daranno il proprio contributo per la riuscita dello sciopero del 14N.
Siamo a fianco di tutte/i coloro i quali hanno deciso che è il momento di darsi da fare per lottare costruire un'alternativa credibile a questo governo, a questa crisi e a questo sistema....altro che Primarie!

Istruitevi, agitatevi, organizzatevi!


venerdì 9 novembre 2012

14Novembre - Sciopero Generale Europeo!

Mercoledì 14 Novembre
Ore 9:00 in Piazza Goldoni


lunedì 22 ottobre 2012

Grecia in Rivolta - il volantino


Il volantino dell'iniziativa di giovedì 25!

venerdì 19 ottobre 2012

#Grecia in rivolta - Assemblea pubblica con i marxisti di Syriza

Assemblea pubblica con Angelos Irakleidis
militante della tendenza marxista di Syriza

Giovedì 25 Ottobre, ore 17:00
bar equo-solidale Knulp
Via Madonna del Mare 7


In Grecia il governo di Antonis Samaras ha raggiunto un accordo con la troika per un nuovo pacchetto di austerità pari a 11,5 miliardi di euro. La nuova manovra abolisce definitivamente tredicesime e quattordicesime, aumenta l’età pensionabile da 65 a 67 anni, taglia pensioni e indennità di disoccupazione.
I lavoratori e i giovani greci hanno reagito in  massa,dimostrando ancora una volta che non accetteranno questi diktat senza lottare: lo sciopero generale del 26 settembre ha visto tra le 150 e le 200mila persone scendere in piazza ad Atene, 30mila a Salonicco e altre decine di migliaia nel resto del paese.Questo processo di mobilitazione ha anche un profondo effetto politico: le elezioni del 6 maggio e del 17 giugno hanno visto una crescente radicalizzazione che ha avuto come espressione l’importante crescita di Syriza, passata nel giro di pochi mesi dal 4,5 al 27%. Syriza è il fronte elettorale del Synaspismos, uno dei partiti che provengono dal movimento comunista greco. È diventato il principale punto di riferimento a sinistra perché ha rifiutato di appoggiare le politiche di austerità ed ogni governo che le ha portate avanti, prima del Pasok (il partito socialdemocratico) e poi di unità nazionale.
Se fino ad oggi le misure di austerità sono passate una dopo l’altra è soprattutto perché mancava un’organizzazione politica dei lavoratori e dei giovani greci che potesse opporre un programma alternativo a quello del padronato. La discussione in Syriza oggi è proprio questa: se il partito deve essere fautore di un’opposizione “responsabile”, che si proponga solo di alleviare le conseguenze delle politiche di lacrime e sangue di Samaras, o uno strumento di lotta attraverso il quale le masse riescano a rovesciare il sistema esistente. Tale è la posizione difesa da Epanastasi, il giornale dei marxisti di Syriza.
Conoscere e discutere degli avvenimenti in Grecia è di vitale importanza per chi, qui in Italia, vuole mettere in discussione il
programma di austerità e di drastica riduzione dei diritti, che il governo Monti porta avanti sotto la medesima dettatura di Bce, Ue e Fmi.

La lotta contro la crisi capitalista o è una lotta internazionale o non è.Per questa ragione abbiamo invitato Angelos Irakleidis, militante della tendenza marxista di Syriza e attivista in prima fila nelle mobilitazioni greche

Organizza:
FalceMartello - Mensile marxista per l'alternativa operaia

In collaborazione con
Giovani Comuniste/i di Trieste
Unione degli Studenti di Trieste

mercoledì 17 ottobre 2012

People of Europe, Rise Up!


Ecco il volantino della festa di sabato.

Festa di solidarietà internazionale con la Grecia!

People of Europe, Rise Up!


Sabato 20 Ottobre, dalle ore 20:00
Casa del Popolo "Canciani" di Sottolongera, via Masaccio 24
(raggiungibile con gli autobus 35, 35/ e linea notturna B)


La Grecia è l’avanguardia della lotta di classe in Europa. Agli attacchi della borghesia nazionale ed internazionale, ed alle condizioni capestro imposte dalla troika, i lavoratori e i giovani greci hanno risposto con 19 scioperi generali, occupando le piazze, le fabbriche, i luoghi di lavoro e di studio.
In occasione dell'arrivo a Trieste di Angelos Irakleidis, giovane compagno di Syriza e membro del comitato di redazione del giornale marxista EPANASTASI (Rivoluzione) i Giovani Comunisti di Trieste organiz

 zano una festa di solidarietà con il popolo greco il cui ricavato andrà interamente a finanziare l'attività politica dei compagni greci.

Birrette, vino e cocktail a prezzi popolari!
Banchetto con materiale politico, libri e riviste
!


DJ ULTRAVOX in consolle!


Organizzano i Giovani Comuniste/i di Trieste

sabato 13 ottobre 2012

1990- 2012: Dalle lotte della Pantera al movimento Occupy


Martedì 16 Ottobre, ore 18:30
presso la sede del PRC in Via Tarabochia 3 (primo piano)

Vent'anni di resistenza sociale e di conflittualità politica
Spunti di riflessione sulle battaglie che ci aspettano.

Negli ultimi vent'anni non c'è stato solo Berlusconi: gli sconvolgimenti globali che hanno accompagnato la fine della Guerra Fredda, infatti, hanno determinato sconquassi di ogni genere, e le dinamiche della lotta politica si sono completamente trasformate.
Proteste studentesche, lotte sindacali, movimenti sociali: le forme della conflittualità si sono profondamente modificate, nel quadro di
 un capitalismo planetario in cui le ragioni dei più forti si sono imposte senza eccezioni significative, ma non senza resistenze.
// Quali sono state le strade imboccate dalle nuove forme dell'antagonismo?
// Quali forme hanno assunto le lotte contro la crisi in cui si dibatte il sistema
// Quali forze politiche e sindacali hanno dimostrato di non volersi piegare?
// Qual'è la rivoluzione possibile cui non smette di pensare chi si ostina a scendere in piazza??

Introdurrà Gabriele Donato, ricercatore di Storia Contemporanea

mercoledì 19 settembre 2012

Solidarietà ai lavoratori della Sertubi-Jindal

Pubblichiamo di seguito il testo del comunicato che i lavoratori e le lavoratrici della Sertubi di Servola stanno distribuendo in queste ore dal banchetto in Piazza della Borsa.
Domani, giorno 20 settembre, alle ore 10, i lavoratori organizzeranno un'assemblea pubblica per sensibilizzare i cittadini sulla loro situazione.
Come Giovani Comuniste/i di Trieste invitiamo tutti i compagni e la cittadinanza a partecipare e portiamo la nostra solidarietà alla giusta lotta di quei lavoratori.
Il problema del futuro industriale di questa città non è interesse solamente degli operai (che giustamente chiedono lavoro e garanzie sul proprio futuro) ma deve essere interesse anche dei giovani, degli studenti, dei precari e dei disoccupati di questa città.




Siamo lavoratori della Sertubi-Jindal Italia
Fim-Cisl Fiom-CGIL Uilm-Uil di Trieste

Siamo qui in piazza per raccontarvi quello che ci sta succedendo. Siamo un'azienda con 208 dipendenti e con un indotto di 8 aziende per un totale di altri 320 lavoratori.

Il nostro datore di lavoro dott. Leonardo Montesi ci ha lasciato in cassa integrazione da gennaio 2012, a rotazione, illudendoci che fosse un periodo di transizione.

Domenica 9/9/2012 ha dichiarato sul Piccolo che creerà un deposito e non continuerà la produzione di tubi.
Ieri 18/9/2012 ci ha comunicato che vista l'incertezza sul futuro della Ferriera (che dà alla Sertubi la ghisa liquida per produrre i tubi), si riserva di decidere cosa fare del nostro futuro e di quello di quest'azienda.

Siamo qui per farti immaginare cosa vorrà dire per la nostra città, altri lavoratori senza reddito:
- meno consumi (specie di prodotti non di prima necessità), quindi chiusura di altri esercizi pubblici
- niente ingresso ai cinema, stadio, palestre, niente autovetture
- non si potranno pagare le bollette, mutui, affitti 
- meno sicurezze per i nostri figli.

Noi chiediamo solidarietà ai commercianti triestini, esponendo in vetrina questo volantino.

Ai cittadini chiediamo di passare al nostro gazebo, discutendo con noi qualche minuto, aiutandoci così a far capire alle istituzioni il dramma che Trieste vive con i 12.000 disoccupati e di nuovi che arriveranno a breve.

Ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, oppure lo stanno per perdere, chiediamo di partecipare all'assemblea pubblica presso il nostro gazebo domani 20 settembre dalle 10 in poi.

Uniamo i lavoratori delle aziende in crisi e quelli disoccupati per rivendicare il lavoro per tutti.

Trieste, 19 settembre 2012

giovedì 24 maggio 2012

Noi non abbiamo paura!

Rispondiamo, con questo comunicato, alla segnalazione al Piccolo del 23 maggio da parte del compagno Luca Marsi, a nome del Partito Socialista Italiano - Federazione di Trieste, dal titolo "Impieghiamo l'esercito".

Nell'esprimere cordoglio e vicinanza a tutte/i le/gli studentesse/i di Brindisi e alla famiglia di Melissa, i Giovani Comunisti/e di Trieste ritengono che le posizioni espresse dai compagni del PSI triestino sull'uso dell'esercito siano molto gravi.
Condividendo la necessità del ritiro immediato delle truppe dai fronti di guerra, riteniamo inaccettabile l'idea che, in nome della nostra sicurezza, lo Stato impieghi le forze armate sul territorio e davanti alle nostre scuole.

Ad oggi ancora non si sa di chi sia la mano infame dietro al delitto di Brindisi e forse, a guardare la nostra triste storia recente (Piazza Fontana, Brescia, ecc...) non lo sapremo mai.
Sappiamo però una cosa: dal 19 maggio l'attacco alla scuola e ai nostri diritti ha fatto un salto di qualità.
Per anni abbiamo difeso la scuola e l'università pubblica dagli attacchi sempre più duri dei governi, dalle privatizzazioni e dai tagli. Il bilancio di quella lotta non spetta a questo comunicato, ma ci abbiamo provato, con passione, con determinazione, con rabbia.
Oggi, ancora con la rabbia in corpo di chi crede che non si può morire davanti a scuola, crediamo sia giunto il momento per una riflessione seria di quello che sta succedendo in questo paese, e il movimento studentesco deve prendersi le sue responsabilità e rialzare la testa.
Dal 19 maggio, per i padroni e per il governo,il discorso sarà uno: abbiamo bisogno di più poteri per garantire la sicurezza dei cittadini.

Cari padroni, caro governo... non abbiamo bisogno di qualcuno che scelga per noi  i nostri nemici. Li conosciamo già! Siete voi, sono le vostre politiche, la vostra crisi, il vostro sistema.

Come non abbiamo mai accettato i padroni e i preti nelle nostre scuole, non accetteremo la polizia e l'esercito. La scuola e l'università sono, e devono rimanere, luoghi liberi di trasmissione e produzione di sapere, socialità e formazione critica!

Noi non abbiamo paura!

Giovani Comuniste/i Trieste



venerdì 11 maggio 2012

Boicotta l'INVALSI! I Giovani Comunisti al corteo UDS

I Giovani Comunisti di Trieste aderiscono al corteo NO INVALSI indetto dall'Unione degli Studenti nella giornata di mercoledì 16 maggio (ore 9:00, piazza Goldoni).
Condividiamo pienamente le ragioni della contrarietà ai test Invalsi, e invitiamo tutti/e gli/le studenti/esse di Trieste a boicottare i test, a partecipare ai referendum autogestiti e a partecipare alla manifestazione cittadina.

Dietro ai test Invalsi si celano infatti precisi scopi politici, in continuità con le politiche di distruzione della Scuola Pubblica ( e dell'università) portate avanti dai governi di centro-destra e centro-sinistra in questi ultimi 15 anni.
In un quadro di forte sotto-finanziamento  del sistema pubblico d'istruzione, a favore di spese militari e scuole private, i test Invalsi nascondono il fine preciso di dividere le  scuole in istituti di serie A e di serie B, premiando  poche scuole virtuose e penalizzando le scuole non virtuose (con quali criteri??), introducendo di fatto un meccanismo di selezione di classe nella Scuola Pubblica.
Scuole ben finanziate, aperte sempre più all'influenza dei privati, e con tasse d'istituto sempre più alte per i figli dei ricchi.
Scuole sotto-finanziate, con didattica sempre più carente e strutture fatiscenti, per i figli dei lavoratori.
Un futuro roseo per i primi, una vita di sfruttamento e disoccupazione per gli altri.
Insomma....il coronamento di 15 anni di contro-riforme della scuola, dall'autonomia scolastica, alla riforma Moratti fino alla riforma Gelmini.

La scuola e l'università pubbliche non possono essere sacrificate sull'altare della crisi e dell'austerità!
Difenderemo la scuola pubblica fino all'ultimo, contro le grinfie dei mercati e dei governi loro complici, contro la loro crisi, contro il loro debito, contro il loro sistema.

Vogliamo una scuola pubblica gratuita, laica e di qualità!

lunedì 30 aprile 2012

Uniti si vince! - Volantone GC al Primo Maggio


Il testo del volantone che distribuiremo al corteo del Primo Maggio!!


Lavoratori, studenti e precari…Uniti si vince!

La crisi economica iniziata oramai cinque anni fa, non solo non accenna a finire ma, a dispetto delle previsioni degli economisti borghesi e dei governi, sembra prepararsi ad una picchiata senza sosta verso la recessione.
Lungi dall’essere solamente una crisi finanziaria come vanno ripetendo i governi e le forze politiche che li sostengono, centrodestra e centrosinistra insieme, a questa crisi strutturale del sistema produttivo (crisi di sovrapproduzione) si sommano la crisi dei mercati finanziari e la crisi dei debiti sovrani.
Un mix molto pericoloso al quale i governi rispondono con provvedimenti di austerità che non fanno altro che peggiorare la situazione (vedi il caso della Grecia), creando miseria, crisi occupazionale e lo smantellamento definitivo del “welfare state” e dei servizi pubblici sopravvissuti ai tagli e alle privatizzazioni di questi ultimi anni.
E’ in questo scenario inedito che s’inseriscono le lotte di resistenza alla crisi che si sono aperte sul nostro territorio e che preannunciano una situazione di conflittualità sociale simile a quella di altri paesi (Spagna e Grecia).
In questo quadro globale quindi va inserita la nostra analisi e le nostre proposte per capire come uscire dal pantano in cui la sinistra e i sindacati si trovano immersi, apparentemente incapaci di venirne fuori e di rimettersi al servizio del conflitto sempre più aperto contro la crisi e il sistema economico che l’ha generata.

L’attacco al lavoro.

In Italia oggi l’attacco frontale dei padroni contro le condizioni di vita di chi lavora si chiama Riforma del mercato del Lavoro.
E’ da qui che parte la controffensiva padronale ai diritti del lavoro e dei lavoratori. Un attacco che prende di mira l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (legge n.300 del 20 maggio 1970.)
Si tratta in definitiva di togliere le tutele legali che vietano i licenziamenti senza giusta causa e discriminatori, tutelando il lavoratore garantendone il reintegro sul posto di lavoro.
La controffensiva è tutta ideologica, frutto dell’astio accumulato dai padroni nei 40 che ci separano dalla stagione di lotte sindacali del ’68-’69, e grazie alle quali questi diritti furono conquistati.
La retorica con cui viene propagandata la necessità della riforma è di conseguenza ideologica e mira a dividere il fronte dei lavoratori: “l’articolo 18 (a detta del Ministro Fornero) scoraggia le aziende ad assumere nuovi lavoratori”.
La domanda che si pone immediata è questa: com’è possibile che aumentando i licenziamenti, si possano creare posti di lavoro?
Questa propaganda assume allora un preciso significato, che è quello di contrapporre i lavoratori tutelati ai lavoratori non tutelati e di mettere contro i giovani con i meno giovani, scatenando una guerra tra poveri simile a quella scatenata scientificamente contro gli immigrati dalla Lega (ladrona) e dalle forze xenofobe e padronali.

Il precariato
In questo quadro generale è giusto soffermarsi sulla questione del precariato.
La precarietà di fatto non viene abolita dal governo che in nome dell’equità (il grande cavallo di battaglia di Monti e co.), equamente non tocca nessuna delle 46 tipologie contrattuali del lavoro precario.
Tutto ciò passa nel silenzio generale, un silenzio rotto solamente dalla propaganda a reti unificate (RAI, Mediaset, La7 ecc…) di cui parlavamo poche righe sopra.
I precari sono proprio quei lavoratori non tutelati che il governo vorrebbe mettere contro ai lavoratori tutelati, in una competizione continua per il lavoro che non c’è.
Perché proprio di competizione si tratta. La competizione di chi, sfruttato e mal pagato è disposto a tutto pur di avere un posto di lavoro.
Su questo punto è giusto fare un’analisi più approfondita. Il precariato non cade dal cielo, ma è condizione necessaria per creare eserciti di lavoratori pronti a tutto, eserciti attraverso i quali ricattare chi il lavoro ce l’ha già…della serie : “accetta i bassi salari, accetta l’aumento delle ore di lavoro e stai buono, sennò ti licenzio e ci saranno altre 100 persone disposte a rimpiazzarti, a meno salario e a meno diritti”
Il precariato e la disoccupazione (che non accenna a diminuire…anzi) sono condizioni necessarie per mantenere nello sfruttamento i lavoratori.
Nel contesto della crisi questa situazione di incertezza lavorativa si sta allargando sempre più colpendo fasce di popolazione sempre più ampie. La precarietà quindi diventa condizione esistenziale non solo dei giovani, ma anche di tantissimi lavoratori che, licenziati dai loro posti di lavoro si barcamenano tra lavori e lavoretti nelle cooperative pur di accumulare con grande fatica i contributi che li dividono dalla pensione.
Ad oggi quindi, il problema della precarietà va affrontato in maniera ampia, anche contro le retoriche giovaniliste di chi pensa che solo i giovani ne siano afflitti, che alimentano nei fatti la divisione su base generazionale dei lavoratori.


L’unità. L’unica risposta.

Per anni abbiamo lottato divisi, facendo di fatto il gioco di chi, grazie alla nostra divisione, ha potuto aumentare i suoi profitti.
Per troppi anni abbiamo sentito dire che gli studenti dovevano stare in una piazza, i precari in un’altra e i lavoratori in una terza.
Noi crediamo che la debolezza intrinseca dei movimenti studenteschi e giovanili di questi anni risieda proprio in questo approccio sbagliato, approccio che ha di fatto messo quei movimenti nelle condizioni di perdere le loro battaglie.
Ad oggi cosa resta delle straordinarie lotte degli studenti contro la Riforma Gelmini del 2008-2009?
Ad oggi cosa resta degli innumerevoli tentativi di aggregare il movimento dei precari su basi generazionali? Crediamo che a queste domande vadano date delle risposte ben precise, perché le vere battaglie perse sono quelle dalle quali non si impara niente.
Ci resta quindi un'unica possibilità: l’unità.
Unità che va costruita attorno a piattaforme chiare che siano in grado di coagulare tutti i settori sociali che oggi vivono la crisi, non vogliono pagarla, ma fanno ancora fatica a trovare una soluzione.
Le straordinarie lotte in Cile, in Grecia, in Spagna e Francia ci sono da esempio per tracciare la strada.
Quando si scende in campo per affrontare una battaglia, la prima cosa da fare è guardarsi in giro e capire quali sono gli alleati più forti con i quali lottare.
Posta l’esigenza di organizzarsi sul proprio posto di lavoro e di studio, l’esperienza di questi ultimi anni indica a noi giovani, ancora una volta, la classe operaia come alleato più forte con il quale condurre la lotta contro il Governo e contro il sistema.
Non lo diciamo per una sorta di vecchio “culto dell’operaio”, ma proprio perché l’evidenza (dal 16 ottobre 2010 in poi) ci insegna che è attorno agli operai e alle loro organizzazioni che si può ricostruire un fronte contro la crisi.
E’ con gli operai e con i lavoratori che bisogna lottare se si vuole essere vincenti!
Agli scettici facciamo questa domanda: se la classe operaia, con le sue tradizioni di lotta ed organizzazione, fa fatica a difendere un diritto (art.18 e CCNL) che aveva già, come faranno da soli i precari e i giovani, nella loro disorganizzazione (sic!) cronica a conquistare diritti che non hanno ancora????

La nostra proposta va quindi in questa direzione: l’unità tra studenti, precari e lavoratori!
Vogliamo un’unità che si basi su parole d’ordine chiare: l’articolo 18 non si tocca (ma, anzi, va esteso a tutte/i), no alla Riforma delle Pensioni e contro la precarietà!
Con questa chiarezza chiediamo alle forze sociali in campo di fare uno sforzo di unità, e chiediamo alla CGIL lo Sciopero Generale come unica possibilità di unire e generalizzare le esperienze sparse di resistenza e di lotta che si sono aperte.
Uno Sciopero Generale vero, che fermi il paese, contro il Governo delle banche e le forze politiche che lo sostengono.

Attorno a questa prospettiva vogliamo organizzare la rabbia crescente dei tanti giovani che vivono la precarietà della crisi.
Vogliamo poter non solo sognare, ma vivere fino in fondo la possibilità di un’alternativa diversa a questo sistema poiché siamo consci che entro i limiti del capitalismo non ci sarà mai vero spazio per le rivendicazioni dei giovani e dei lavoratori.



sabato 28 aprile 2012

Lavoratori, studenti e precari...Uniti si vince!


Il volantino distribuito all'Università per il corteo del Primo Maggio!

giovedì 29 marzo 2012

Diffusione militante de "Il Manifesto" - martedì 3 aprile all'Università di Trieste

DIFFUSIONE MILITANTE de "IL MANIFESTO"

Martedì 3 aprile
Università Centrale di Trieste
dalle 11:30 fino ad esaurimento giornali



Per unire le lotte, e unire le forze, contro il Governo e i padroni, abbiamo bisogno di una voce libera e indipendente per approfondire l'attualità e capire il mondo in cui viviamo.
Il Manifesto, quotidiano comunista da 40 anni, rischia la chiusura per mano del governo e dei tagli all'editoria. Perdere questo giornale, e questo strumento, sarebbe un grave colpo per i militanti, la sinistra e la democrazia nel nostro paese, già messa a dura prova dagli attacchi continui contro il lavoro, i diritti, nel nome del mercato e delle banche.

Da comunisti, da militanti, che non vogliono piegare la testa, abbiamo deciso di intraprendere questo percorso di diffusione militante del nostro giornale, perchè crediamo che il Manifesto, per DIFENDERLO, bisogna DIFFONDERLO!

Troverete i nostri compagni all'Università, zona edificio centrale e mensa.  Bastano 1,5 euro per sostenerlo!

NOI ZITTI NO!
Giovani Comuniste/ i Trieste

giovedì 22 marzo 2012

In ricordo di Paolo Fonda


Nella notte fra il 20 e il 21 marzo è morto – consumato da una malattia incurabile – il compagno Paolo Fonda.
Comunista da sempre, Paolo si era formato a Trieste nelle grandi battaglie sindacali degli anni Settanta: dirigente dei ferrovieri della Cgil, nei suoi luoghi di lavoro ha sempre lottato per la liberazione dei lavoratori dallo sfruttamento, senza dismettere nemmeno per un attimo la sua attitudine battagliera di comunista. In coerenza con la sua vita da combattente, negli ultimi anni aveva ripreso la militanza attiva nel Partito della Rifondazione Comunista, partecipando alla ricostruzione del circolo Prc di Trieste “Walter Lunardelli”: vicino alle posizioni della tendenza FalceMartello, ha continuato a darsi da fare – a diretto contatto con i militanti più giovani – per il rilancio delle idee rivoluzionarie, e per fare del Prc un’organizzazione in cui ogni lavoratore e ogni studente potesse sentirsi a casa.
La sua coerenza e il suo impegno – intenso anche negli ultimi mesi della sua esistenza, nonostante la malattia – continueranno a orientare le battaglie di tutti coloro i quali hanno avuto il privilegio di conoscerlo.

"Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te"
Ernesto Guevara 

martedì 13 marzo 2012

Fiaccolata per il Museo Ferroviario di Campo Marzio - mercoledì 14 marzo

Domani, mercoledì 14 marzo, alle ore 18, fiaccolata per la salvaguardia del Museo Ferroviario di Campo Marzio. Ritrovo Stazione Centrale di Trieste, piazza Libertà.
Organizza il Comitato Pendolari del FVG in solidarietà ai volontari del museo.
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/02/29/news/pendolari-a-difesa-di-campo-marzio-1.3237158

Come Giovani Comunisti saremo presenti in piazza con il volantino NO TAV distribuito domenica in stazione, assieme ai compagni del Circolo W.Lunardelli e della Federazione della Sinistra.

Più Treni, meno TAV!

lunedì 12 marzo 2012

Lettera aperta alla Camusso


Pubblichiamo sul nostro blog questa lettera aperta alla Segretaria Generale della CGIL Susanna Camusso, scritta dalla compagna Claudia Cernigoi, giornalista e attivista NO TAV.
A poco più di 2 giorni di distanza dalla manifestazione nazionale della FIOM, le dichiarazioni della Camusso sembrano uno schiaffo alle ragioni delle decine di migliaia di operai e militanti che il 9 marzo, da Roma, chiedevano alla CGIL di prendere la strada della lotta  e dello sciopero generale, per il lavoro, i diritti, la democrazia e la salvaguardia del territorio.

Gentile segretaria, ho appena letto che Lei si è dichiarata favorevole alla TAV sostanzialmente perché "CREA LAVORO".
Mi permetta di farLe osservare alcune cose.
In primo luogo non si considera il fatto che "creare lavoro" con la Tav significa portare via il lavoro a coloro che in Val Susa vivono della propria terra, come Luca Abbà, che si è arrampicato sul traliccio non perché è un "cretinetti" ma perché il progetto Tav gli porterebbe via tutto ciò che ha, compreso il proprio lavoro.
In secondo luogo, vi sono tante cose che "creano lavoro", ma non per questo sono automaticamente positive. La criminalità organizzata crea lavoro, sia pure nero ed illegale; ma anche le fabbriche d'armi, il riarmo stesso, creano lavoro. Che poi il "frutto" di questo lavoro si concretizzi nel produrre morte e sofferenza, è un altro discorso?
Questo è quanto mi è uscito di botto come commento. Per darLe una risposta organica, sui motivi tecnici per i quali il progetto Tav non solo è inutile ma è dannoso, La rinvio alla lettura dei testi di Cicconi, alla lettera inviata da 360 tecnici al presidente del consiglio Mario Monti (lo può trovare al link qui sotto)
http://www.notav.eu/modules.php?name=ePetitions&op=more_info&ePetitionId=3, al blog di Ferdinando Imposimato che parla di "corruzione ad alta velocità", per farsi un'idea di quale contraltare potrebbe avere il "lavoro" creato in Val Susa con la TAV.
Vi è altra necessità di posti di lavoro in questo Paese, dalle scuole alla sanità, all'assistenza, al miglioramento puro e semplcie delle ferrovie italiane che sono state ridotte a servizi d terzo mondo. Tutto ciò potrebbo essere tranquillamente finanziato con i fondi che il governo vuole destinare all'alta velocità, quindi, perché questa ostinazione di portare avanti un'opera inutile sulla pelle della gente? Non ha forse diritto anche la popolazione della Val Susa all'autodeterminazione delle proprie condizioni di vita?
 
Ci ripensi, per piacere, signora Camusso.
 
Claudia Cernigoi
giornalista e ambientalista
Trieste

domenica 11 marzo 2012

sabato 10 marzo 2012

Perchè NO TAV


Proviamo a vedere quali sono i principali argomenti utilizzati dai “sì tav” per difendere la costruzione di quest’opera. Tralasciandone alcuni – peraltro molto utilizzati – sui quali non ci sembra il caso di soffermarci (ad esempio “la TAV si deve fare e basta”) ne restano tre, di seguito elencati:

1.   La linea ferroviaria esistente è a rischio di saturazione.
È vero il contrario. È utilizzata al 25 % delle sue capacità, e anche immaginando di riuscire a trasferirvi tutto il traffico che oggi viaggia su gomma (cosa impossibile) si raggiungerebbe a stento il suo pieno utilizzo. Inoltre, non sono previsti né prevedibili aumenti del traffico merci tra Italia e Francia nei prossimi anni. Al contrario, secondo l'ultimo rapporto Alpinfo disponibile, nello stesso periodo (2000-2010) in cui i traffici annui con la Svizzera e con l’Austria sono aumentati rispettivamente del 30 % e del 22 %, la somma delle merci in transito nei valichi Mont-Cenis, Frejus e Monte Bianco è diminuita del 30 %, passando da 33,8 a 23,6 milioni di tonnellate/anno. Questo perché, per ragioni meramente economiche, il grosso dei traffici avviene tra Nord e Sud Europa e non tra Est e Ovest. E non è pensabile che una tendenza così consolidata venga messa in discussione dalla costruzione di una linea ferroviaria che non va a cambiare nulla delle effettive possibilità di trasporto salvo qualche lieve diminuzione dei tempi di percorrenza, che nel trasporto merci è totalmente ininfluente.

2.   La TAV è importante dal punto di vista ecologico, perché contribuirà ad eliminare il trasporto merci su gomma.
Classico esempio di come i politici riescono a “rigirare la frittata” – usando argomenti cari ai No Tav, come l’ecologia – per difendere un’opera che di ecologico non ha proprio niente.
Il professor Marco Ponti, docente di economia dei trasporti al Politecnico di Milano, persona che da dieci anni effettua simulazioni per l’Unione europea sul problema dello spostamento delle merci dalla gomma alla rotaia ci assicura che persino “tassando i camion e sussidiando la ferrovia, non si riesce a spostare più del 2-3 % del traffico”.
Ma anche immaginando di riuscire a spostarne percentuali significative, i problemi sarebbero tutt’altro che risolti. Il climatologo Luca Mercalli ci dice che “secondo gli studi di alcune Università: California, Siena, Napoli e un istituto di ricerca svedese, i treni ad alta velocità con una così importante componente di tunnel richiedono una quantità di energia così imponente in fase di costruzione da vanificare ogni vantaggio del passaggio dalla gomma alle rotaie. Insomma è una cura peggiore del male.”
Come se non bastasse, nella realizzazione del tunnel, solo per la parte italiana, verranno asportati 16 milioni di metri cubi di roccia, pari al volume di una città di 250 mila abitanti, la seconda del Piemonte. Ad oggi non è stato individuato un sito per il loro stoccaggio. E nella prosecuzione dei lavori sarà necessario forare altre montagne, come il Musinè, dalle rocce cariche di amianto e quindi pericolose.

3.   Abbiamo già fatto accordi non rinegoziabili e non possiamo rinunciare ai finanziamenti dell’Unione europea.
Falso. Le scelte politiche sono sempre rinegoziabili se, come in questo caso, non ci sono soggetti privati in mezzo. Inoltre, la lievitazione dei costi per le opere pubbliche in Italia è in media del 400 % rispetto al preventivo iniziale. Ciò vuol dire che invece di 8 miliardi la TAV potrebbe costarne 40 o più, e a quel punto dei 3 miliardi che (forse) ci darà l’Europa non sapremo che farcene. Se consideriamo poi che eventuali ritorni economici, ammesso che esistano, non li vedremo prima del 2035, possiamo concludere che, con tutte le altre spese che l’Italia dovrebbe sostenere, la TAV, nel migliore dei casi, non costituisce una priorità

lunedì 27 febbraio 2012

lunedì 6 febbraio 2012

Presentazione libro "Capitalismo Tossico", venerdì 10 febbraio


Venerdì 10 Febbraio
ore 20:30
Sala dei soci di Banca Etica, Via Donizzetti 5/a

Iniziativa del Comitato No Debito di Trieste


venerdì 20 gennaio 2012

IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA - GC in/formazione #1


I GC di Trieste inaugurano un ciclo di quattro appuntamenti di formazione, informazione e dibattito, incentrati sull'attualità di quattro testi che hanno fatto la storia del marxismo:
Il primo, che si terrà sabato 28 gennaio, riguarderà IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA, di Karl Marx & Friedrich Engels.

Ma non ci fermeremo qui: affronteremo anche
-L'EVOLUZIONE DEL SOCIALISMO DALL'UTOPIA ALLA SCIENZA (Friedrich Engels)
-STATO E RIVOLUZIONE (Vladimir Lenin)
-IL PROGRAMMA DI TRANSIZIONE (Lev Trotsky)
Un appuntamento al mese, a partire da gennaio; quattro occasioni per creare dibattito, discutere, formarsi ed informarsi.
I quattro eventi verranno diffusi sul blog e su Facebook; useremo queste occasioni per invitare nostri compagni a parlarci dei testi che li appassionano e per stabilire contatti con altre realtà GC della provincia ed oltre.
I testi, oltre ad essere reperibili su internet, saranno a disposizione in sede e durante i dibattiti.