giovedì 29 marzo 2012

Diffusione militante de "Il Manifesto" - martedì 3 aprile all'Università di Trieste

DIFFUSIONE MILITANTE de "IL MANIFESTO"

Martedì 3 aprile
Università Centrale di Trieste
dalle 11:30 fino ad esaurimento giornali



Per unire le lotte, e unire le forze, contro il Governo e i padroni, abbiamo bisogno di una voce libera e indipendente per approfondire l'attualità e capire il mondo in cui viviamo.
Il Manifesto, quotidiano comunista da 40 anni, rischia la chiusura per mano del governo e dei tagli all'editoria. Perdere questo giornale, e questo strumento, sarebbe un grave colpo per i militanti, la sinistra e la democrazia nel nostro paese, già messa a dura prova dagli attacchi continui contro il lavoro, i diritti, nel nome del mercato e delle banche.

Da comunisti, da militanti, che non vogliono piegare la testa, abbiamo deciso di intraprendere questo percorso di diffusione militante del nostro giornale, perchè crediamo che il Manifesto, per DIFENDERLO, bisogna DIFFONDERLO!

Troverete i nostri compagni all'Università, zona edificio centrale e mensa.  Bastano 1,5 euro per sostenerlo!

NOI ZITTI NO!
Giovani Comuniste/ i Trieste

giovedì 22 marzo 2012

In ricordo di Paolo Fonda


Nella notte fra il 20 e il 21 marzo è morto – consumato da una malattia incurabile – il compagno Paolo Fonda.
Comunista da sempre, Paolo si era formato a Trieste nelle grandi battaglie sindacali degli anni Settanta: dirigente dei ferrovieri della Cgil, nei suoi luoghi di lavoro ha sempre lottato per la liberazione dei lavoratori dallo sfruttamento, senza dismettere nemmeno per un attimo la sua attitudine battagliera di comunista. In coerenza con la sua vita da combattente, negli ultimi anni aveva ripreso la militanza attiva nel Partito della Rifondazione Comunista, partecipando alla ricostruzione del circolo Prc di Trieste “Walter Lunardelli”: vicino alle posizioni della tendenza FalceMartello, ha continuato a darsi da fare – a diretto contatto con i militanti più giovani – per il rilancio delle idee rivoluzionarie, e per fare del Prc un’organizzazione in cui ogni lavoratore e ogni studente potesse sentirsi a casa.
La sua coerenza e il suo impegno – intenso anche negli ultimi mesi della sua esistenza, nonostante la malattia – continueranno a orientare le battaglie di tutti coloro i quali hanno avuto il privilegio di conoscerlo.

"Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te"
Ernesto Guevara 

martedì 13 marzo 2012

Fiaccolata per il Museo Ferroviario di Campo Marzio - mercoledì 14 marzo

Domani, mercoledì 14 marzo, alle ore 18, fiaccolata per la salvaguardia del Museo Ferroviario di Campo Marzio. Ritrovo Stazione Centrale di Trieste, piazza Libertà.
Organizza il Comitato Pendolari del FVG in solidarietà ai volontari del museo.
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/02/29/news/pendolari-a-difesa-di-campo-marzio-1.3237158

Come Giovani Comunisti saremo presenti in piazza con il volantino NO TAV distribuito domenica in stazione, assieme ai compagni del Circolo W.Lunardelli e della Federazione della Sinistra.

Più Treni, meno TAV!

lunedì 12 marzo 2012

Lettera aperta alla Camusso


Pubblichiamo sul nostro blog questa lettera aperta alla Segretaria Generale della CGIL Susanna Camusso, scritta dalla compagna Claudia Cernigoi, giornalista e attivista NO TAV.
A poco più di 2 giorni di distanza dalla manifestazione nazionale della FIOM, le dichiarazioni della Camusso sembrano uno schiaffo alle ragioni delle decine di migliaia di operai e militanti che il 9 marzo, da Roma, chiedevano alla CGIL di prendere la strada della lotta  e dello sciopero generale, per il lavoro, i diritti, la democrazia e la salvaguardia del territorio.

Gentile segretaria, ho appena letto che Lei si è dichiarata favorevole alla TAV sostanzialmente perché "CREA LAVORO".
Mi permetta di farLe osservare alcune cose.
In primo luogo non si considera il fatto che "creare lavoro" con la Tav significa portare via il lavoro a coloro che in Val Susa vivono della propria terra, come Luca Abbà, che si è arrampicato sul traliccio non perché è un "cretinetti" ma perché il progetto Tav gli porterebbe via tutto ciò che ha, compreso il proprio lavoro.
In secondo luogo, vi sono tante cose che "creano lavoro", ma non per questo sono automaticamente positive. La criminalità organizzata crea lavoro, sia pure nero ed illegale; ma anche le fabbriche d'armi, il riarmo stesso, creano lavoro. Che poi il "frutto" di questo lavoro si concretizzi nel produrre morte e sofferenza, è un altro discorso?
Questo è quanto mi è uscito di botto come commento. Per darLe una risposta organica, sui motivi tecnici per i quali il progetto Tav non solo è inutile ma è dannoso, La rinvio alla lettura dei testi di Cicconi, alla lettera inviata da 360 tecnici al presidente del consiglio Mario Monti (lo può trovare al link qui sotto)
http://www.notav.eu/modules.php?name=ePetitions&op=more_info&ePetitionId=3, al blog di Ferdinando Imposimato che parla di "corruzione ad alta velocità", per farsi un'idea di quale contraltare potrebbe avere il "lavoro" creato in Val Susa con la TAV.
Vi è altra necessità di posti di lavoro in questo Paese, dalle scuole alla sanità, all'assistenza, al miglioramento puro e semplcie delle ferrovie italiane che sono state ridotte a servizi d terzo mondo. Tutto ciò potrebbo essere tranquillamente finanziato con i fondi che il governo vuole destinare all'alta velocità, quindi, perché questa ostinazione di portare avanti un'opera inutile sulla pelle della gente? Non ha forse diritto anche la popolazione della Val Susa all'autodeterminazione delle proprie condizioni di vita?
 
Ci ripensi, per piacere, signora Camusso.
 
Claudia Cernigoi
giornalista e ambientalista
Trieste

domenica 11 marzo 2012

sabato 10 marzo 2012

Perchè NO TAV


Proviamo a vedere quali sono i principali argomenti utilizzati dai “sì tav” per difendere la costruzione di quest’opera. Tralasciandone alcuni – peraltro molto utilizzati – sui quali non ci sembra il caso di soffermarci (ad esempio “la TAV si deve fare e basta”) ne restano tre, di seguito elencati:

1.   La linea ferroviaria esistente è a rischio di saturazione.
È vero il contrario. È utilizzata al 25 % delle sue capacità, e anche immaginando di riuscire a trasferirvi tutto il traffico che oggi viaggia su gomma (cosa impossibile) si raggiungerebbe a stento il suo pieno utilizzo. Inoltre, non sono previsti né prevedibili aumenti del traffico merci tra Italia e Francia nei prossimi anni. Al contrario, secondo l'ultimo rapporto Alpinfo disponibile, nello stesso periodo (2000-2010) in cui i traffici annui con la Svizzera e con l’Austria sono aumentati rispettivamente del 30 % e del 22 %, la somma delle merci in transito nei valichi Mont-Cenis, Frejus e Monte Bianco è diminuita del 30 %, passando da 33,8 a 23,6 milioni di tonnellate/anno. Questo perché, per ragioni meramente economiche, il grosso dei traffici avviene tra Nord e Sud Europa e non tra Est e Ovest. E non è pensabile che una tendenza così consolidata venga messa in discussione dalla costruzione di una linea ferroviaria che non va a cambiare nulla delle effettive possibilità di trasporto salvo qualche lieve diminuzione dei tempi di percorrenza, che nel trasporto merci è totalmente ininfluente.

2.   La TAV è importante dal punto di vista ecologico, perché contribuirà ad eliminare il trasporto merci su gomma.
Classico esempio di come i politici riescono a “rigirare la frittata” – usando argomenti cari ai No Tav, come l’ecologia – per difendere un’opera che di ecologico non ha proprio niente.
Il professor Marco Ponti, docente di economia dei trasporti al Politecnico di Milano, persona che da dieci anni effettua simulazioni per l’Unione europea sul problema dello spostamento delle merci dalla gomma alla rotaia ci assicura che persino “tassando i camion e sussidiando la ferrovia, non si riesce a spostare più del 2-3 % del traffico”.
Ma anche immaginando di riuscire a spostarne percentuali significative, i problemi sarebbero tutt’altro che risolti. Il climatologo Luca Mercalli ci dice che “secondo gli studi di alcune Università: California, Siena, Napoli e un istituto di ricerca svedese, i treni ad alta velocità con una così importante componente di tunnel richiedono una quantità di energia così imponente in fase di costruzione da vanificare ogni vantaggio del passaggio dalla gomma alle rotaie. Insomma è una cura peggiore del male.”
Come se non bastasse, nella realizzazione del tunnel, solo per la parte italiana, verranno asportati 16 milioni di metri cubi di roccia, pari al volume di una città di 250 mila abitanti, la seconda del Piemonte. Ad oggi non è stato individuato un sito per il loro stoccaggio. E nella prosecuzione dei lavori sarà necessario forare altre montagne, come il Musinè, dalle rocce cariche di amianto e quindi pericolose.

3.   Abbiamo già fatto accordi non rinegoziabili e non possiamo rinunciare ai finanziamenti dell’Unione europea.
Falso. Le scelte politiche sono sempre rinegoziabili se, come in questo caso, non ci sono soggetti privati in mezzo. Inoltre, la lievitazione dei costi per le opere pubbliche in Italia è in media del 400 % rispetto al preventivo iniziale. Ciò vuol dire che invece di 8 miliardi la TAV potrebbe costarne 40 o più, e a quel punto dei 3 miliardi che (forse) ci darà l’Europa non sapremo che farcene. Se consideriamo poi che eventuali ritorni economici, ammesso che esistano, non li vedremo prima del 2035, possiamo concludere che, con tutte le altre spese che l’Italia dovrebbe sostenere, la TAV, nel migliore dei casi, non costituisce una priorità