giovedì 26 maggio 2011

La mobilitazione spagnola arriva in Italia...


Ecco il nostro volantino (in italiano ed in spagnolo!) riguardo la mobilitazione che ha animato e sta animando le piazze di tutta la Spagna... e chissà, magari di tutta Europa. Stay tuned!


24 maggio a Trieste: una giornata di lotte

Il 24 maggio è stata una giornata piuttosto movimentata a Trieste, non solo a Castellamare o a Sestri: ben tre crisi occupazionali hanno conquistato l’attenzione dei media per le forme di protesta adottate dai lavoratori a rischio; ci riferiamo, naturalmente, allo sciopero a oltranza dei portuali, con il blocco pressoché totale della attività in porto, alle manifestazioni spontanee dei cassaintegrati della Sertubi e al presidio degli interinali Alcatel che stanno per perdere il posto di lavoro.

I portuali andavano avanti con lo sciopero da sabato: lunedì hanno deciso di insistere, in un clima di fortissima tensione nel quale erano già fioccate alcune denunce; protestavano contro la mancanza di regole in porto, che induce le cooperative che forniscono la manodopera a farsi una concorrenza spietata sul costo del lavoro. Alla Sertubi il problema è rappresentato dalla cassaintegrazione, che va avanti da settimane per la maggioranza dei 200 dipendenti, senza che nessuno abbia chiarito le prospettive dello stabilimento; il problema all’Alcatel, invece, è rappresentato dalla decisione dell’azienda (che sta delocalizzando in Romania) di liberarsi di circa 200 interinali che lavoravano in quella realtà ormai da anni.
Il clima si è acceso quando nella mattinata gli operai Sertubi in cassaintegrazione hanno formato spontaneamente un corteo che dalla loro fabbrica ha raggiunto il porto, per solidarietà con gli scioperanti delle cooperative, ancora in lotta nonostante le sigle sindacali avessero già firmato una proposta di accordo (respinta dai portuali stessi): gli operai Sertubi erano una sessantina, e hanno deciso di muoversi mentre svolgevano la loro assemblea; i sindacati non hanno potuto far altro che accettare la decisione presa, e i funzionari di Fiom, Fim e Uilm si sono mossi al seguito degli operai. L’esigenza espressa dagli operai era chiara: dimostrare alla città che le crisi occupazionali aperte sono parecchie, e che ci vuole un intervento d’emergenza per sanarle; per la stessa ragione gli operai Sertubi hanno deciso poi di continuare la loro manifestazione raggiungendo, in primo pomeriggio, il presidio degli interinali Alcatel davanti alla Regione.
Da notare che, come lo sciopero in porto, nemmeno la protesta di Sertubi è stata organizzata dai sindacati, ma è stata voluta da operai poco sindacalizzati, ma letteralmente esasperati. Hanno deciso collettivamente di sciogliere gli indugi e si sono mossi in corteo, stufi delle tante chiacchiere che si sono moltiplicate nelle settimane precedenti, senza che nulla di certo fosse garantito.

Nel presidio del primo pomeriggio, convocato dai sindacati che rappresentano i precari dell’Alcatel, gli operai Sertubi hanno fatto occupato di fatto la scena, con tanto di urla e minacce rivolte contro il Palazzo; le realtà che si sono mobilitate sono diversissime: da una parte gli operai della Sertubi (fra cui molti immigrati), forse poco abituati a manifestare e molto nervosi; dall’altra una trentina di lavoratrici, molte delle quali istruite, che aspettavano con compostezza e volantinando l’esito dell’incontro dei sindacalisti con l’assessore al lavoro. Due mondi, che si sono incontrati per la prima volta e che stanno iniziando a sentirsi vittime della stessa crisi: l’avvicinamento che c’è stato è stato un passo importante nella direzione giusta.

Al presidio alcuni di noi erano presenti: abbiamo parlato con un po’ di manifestanti per raccogliere informazioni su quel che era successo, e siamo riusciti a farci un quadro piuttosto dettagliato della situazione; se si fossero create le condizioni per improvvisare un’assemblea pubblica, avremmo anche potuto chiedere la parola, ma non c’era neanche un megafono a disposizione, a dimostrazione della disabitudine del sindacato a gestire situazioni di questo genere.

E’ il caso di aggiungere che tutto si è chiuso con una serie di promesse d’incontri coi vertici istituzionali, che sono state presentate come conquiste importanti dai sindacalisti: l’impressione è che i dirigenti sindacali, in queste situazioni, siano i primi a essere spiazzati, e l’unica carta che hanno da giocarsi è quella della conquista dei tavoli per la concertazione degli ammortizzatori sociali. Ci sembra che non ci siano grandi idee su come articolare la mobilitazione e su come provare a evitare che il tutto si risolva in caotici momenti di sfogo dell’esasperazione: non è certamente facile gestire situazioni del genere (in porto, in modo particolare, le difficoltà sono tantissime), ma è certo che anche i sindacalisti migliori (come quelli della Fiom) fanno fatica in queste situazioni. Il problema riguarda tutti noi: fino a che a reagire alle conseguenze della crisi ci presenteremo in ordine sparso, le iniziative di protesta rischieranno di non essere mai abbastanza incisive.

Chiudiamo con una riflessione: il ruolo degli studenti, in frangenti di questo genere, potrebbe essere importantissimo, anche solo per diffondere le modalità di protesta sperimentate durante le lotte dell’inverno; noi abbiamo saputo del presidio pomeridiano in mattinata, e abbiamo fatto circolare sms in quantità... Bisognerebbe trovare il modo di essere più reattivi, e per farlo è bene discutere preventivamente con i militanti dell’importanza di esserci in certe situazioni; di questo dovremmo discutere anche con gli altri gruppi, perché in questi casi dovremmo darci man forte: anche solo con uno striscione, un megafono, dei volantini, dei cartelli, appuntamenti di questo genere potrebbero fare un bel salto di qualità, e persino un flash mob ben congegnato potrebbe animare presidi che altrimenti rischiano di spegnersi nella desolazione.

Su questi aspetti dobbiamo imparare a essere più reattivi e pronti a mobilitarci (se no a cosa servono sms, Fb, Twitter etc?); almeno gli attivisti più consapevoli dovrebbero muoversi con rapidità, per intervenire efficacemente, diffondere parole d’ordine avanzate e contribuire alla crescita politica complessiva di questi momenti di mobilitazione (a partire dal 31 maggio, se il presidio organizzato dai sindacati davanti alla Prefettura di cui si parlava ieri verrà confermato).

GC di Trieste